Ricerca

Le ragioni del cervello altruista

 

Siamo generosi perché ci immedesimiamo nell’altro o perché stiamo ricambiando un favore? Se possiamo mascherare le intenzioni con i gesti, non così con l’attività cerebrale. Che svela le nostre intenzioni

 Fonte: https://www.galileonet.it di Sara Mohammad Abdellatif

 

Un team di ricerca coordinato dal neuroeconomista Ernst Fehr dell’Università di Zurigo ha dimostrato che il modo in cui le aree del cervello interagiscono rivela i motivi alla base di una scelta altruista. Chi si comporta più o meno generosamente nei confronti di un’altra persona potrebbe farlo per ragioni di empatia (perché si immedesima nell’altro) oppure di reciprocità (per ricambiare un favore). Se non sempre queste motivazioni sono immediatamente riconoscibili osservando il comportamento, l’analisi delle connessioni cerebrali permette di distinguere fra le due alternative, con possibili risvolti a livello sociale.

Come già noto da ricerche precedenti, i comportamenti altruisti generano l’attivazione di uno specifico circuito cerebrale, che coinvolge la corteccia cingolata anteriore (CCA), l’insula anteriore (IA) e lo striato ventrale. Quello che però non si sapeva è che il pattern di connessioni fra queste aree è diverso a seconda che il soggetto compia una scelta altruista basata sull’empatia o sulla reciprocità.

Durante l’esperimento i ricercatori hanno suddiviso i soggetti (a ognuno dei quali erano stati assegnati due partner, complici dello sperimentatore) in due gruppi e successivamente hanno analizzato le loro scansioni cerebrali mentre eseguivano scelte altruiste. Nel gruppo “empatia” il soggetto osservava uno dei partner ricevere scosse elettriche, che potevano quindi generare una risposta empatica. Nel gruppo “reciprocità” il soggetto osservava uno dei partner mentre dava dei soldi allo sperimentatore per evitare che questi somministrasse le scosse al soggetto, inducendo una sensazione di reciprocità. In un secondo momento a tutti i soggetti è stato chiesto di scegliere se donare al partner del denaro (comportamento altruista) oppure tenere i soldi per sé (comportamento egoista).

L’analisi delle scansioni cerebrali ottenute tramite risonanza magnetica funzionale (fMRI) – una tecnica che permette di visualizzare l’attività delle aree cerebrali attraverso i livelli di ossigeno presente nel sangue – ha rivelato che nei soggetti che compivano scelte altruiste indotti dall’empatia si osservava una prevalenza di connessioni dalla CCA verso l’IA, mentre i soggetti che si comportavano generosamente sulla spinta della reciprocità mostravano in aggiunta connessioni dirette dall’IA alla CCA. “I motivi sono costrutti puramente mentali che non si possono osservare direttamente. Tuttavia abbiamo dimostrato che motivi diversi hanno una rappresentazione neurofisiologica distinta nel cervello”, si legge nell’articolo pubblicato su Science.

Lo studio ha anche messo in luce che l’empatia e la reciprocità sono motivazioni in grado di portare a comportamenti altruisti in maniera diversa. Dopo aver classificato tutti i soggetti come prosociali o egoisti sulla base della scelta compiuta verso il partner di controllo (quello che non subiva le scosse nel gruppo empatia e non dava soldi allo sperimentatore nel gruppo reciprocità), i ricercatori hanno confrontato il numero di comportamenti altruisti nella scelta “condizionata” (cioè quella indotta dall’empatia o dalla reciprocità). Quello che hanno scoperto è che nei soggetti egoisti l’empatia, ma non la reciprocità, aumentava il numero di scelte altruiste, mentre nei soggetti prosociali (che si erano dimostrati altruisti già verso il partner di controllo) era la reciprocità che incideva positivamente sulla scelta di donare ancora più soldi. Come sottolineano Sebastian Gluth e Laura Fontanesi del dipartimento di psicologia dell’Università di Basilea in un articolo dicommento pubblicato sullo stesso numero di Science, se questi risultati fossero confermati ed estesi a contesti non strettamente di laboratorio, “sarebbero di grande rilevanza per le politiche sociali e per il trattamento dei comportamenti antisociali: se volessimo incoraggiare l’altruismo all’interno di un gruppo già cooperativo o tra individui con scarse abilità prosociali, dovremmo promuovere la reciprocità o l’empatia, rispettivamente”.

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